Con l'arrivo della pubblicità Netflix cambia pelle

Niente più dati trimestrali sul numero degli abbonati: la decisione di Netflix ha colto di sorpresa gli analisti. Ma è coerente con il nuovo modello di business, nel quale la pubblicità diventa sempre più centrale. Allargando il campo della competizioneL'articolo di Augusto Preta, fondatore e CEO di ITMedia Consulting.

[...] I risultati superano ancora una volta le attese, ma a fare notizia è soprattutto la decisione del leader mondiale dello streaming di non dichiarare più il numero di abbonati, a partire dal prossimo trimestre. Una decisione che ha sorpreso un po’ tutti, a cominciare dagli analisti, che si sono chiesti le ragioni della scelta, proprio in un momento di grande espansione e ripresa, successiva ai segnali di crisi del primo periodo post-Covid.

[...] ciò sia la naturale conseguenza del cambiamento del modello di business, in conseguenza della crisi del modello a pagamento (Svod) e collegata, come la precedente, ma in maniera più strutturale, alla ricerca di nuove fonti di ricavo, mediante la pubblicità. Infatti, l’adozione di un piano pubblicitario è finalizzata sia all’incremento di nuovi abbonati, sia a incoraggiare coloro che sono stati espulsi dai piani a pagamento, come appunto nel caso della condivisione degli account, a passare al piano con pubblicità.

[...] Vale non solo per Netflix, ma per tutto il mondo dello streaming online. Netflix non è oggi l’unica piattaforma di streaming ad aver diversificato le proprie entrate. Tutti i suoi principali concorrenti (Disney+, Amazon Prime Video, Warner Bros. Discovery), esclusa solo Apple tv+, offrono ai clienti un piano pubblicitario. [...]

[...] In questa chiave, la decisione di non comunicare più trimestralmente il numero degli abbonati sembra far parte di una strategia complessiva che punta sempre più a valorizzare la componente pubblicitaria e a trasformare anche il mondo dello streaming in un più ampio ecosistema, accrescendo la complessità e la reciproca interdipendenza tra quelli che un tempo erano mercati distinti. Questi nuovi soggetti competono ormai a tutto campo, anche in termini di risorse, non solo con i tradizionali operatori lineari (Rai, Mediaset, Sky), ma anche con le piattaforme internet di condivisione video (You Tube), i social media (Facebook), i video giochi, per la conquista del tempo del consumatore, la vera risorsa scarsa per poter avere successo nel sempre più ampio e più competitivo mercato dell’attenzione. [...] 

Augusto Preta, LaVoce.info, 10.05.2024

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