La network tax e il prevedibile impatto sull’industria dei media e dei contenuti
L'analisi di Augusto Preta su key4biz
L’equo contributo (o network tax), fa riferimento all’iniziativa promossa dalle grandi Telco europee (ISP), affinché le piattaforme di grandi dimensioni (CAP), i cui contenuti e servizi rappresentano la componente maggioritaria del traffico internet, contribuiscano anche loro agli investimenti necessari alla realizzazione delle reti di nuova generazione, uno dei grandi obiettivi digitali per il 2030 della Commissione europea. Lo studio ITMedia Consulting, L’impatto della network tax sull’ecosistema digitale, i media e i consumatori, in via di conclusione e i cui principali risultati qui presentiamo in anteprima, analizza un aspetto poco approfondito finora, ma non per questo meno delicato e rilevante dell’intera questione, legato alle prevedibili conseguenze di questa misura sul mercato a valle dei fornitori dei contenuti, in questo caso non soltanto dei cosiddetti grandi CAP, ma di tutta l’industria creativa, dei media e dei contenuti e il loro impatto sui consumatori.
[...] Il settore è da tempo al centro di un grande processo di trasformazione, a livello globale, legato all’esplosione del video streaming, ulteriormente accentuato dall’emergenza Coronavirus. Lo sviluppo di internet e la conseguente rivoluzione digitale, hanno finalmente reso possibile quel processo, a lungo vagheggiato nell’ultima parte del secolo scorso, di convergenza tra infrastrutture/reti e servizi/contenuti: il primo tradizionalmente in capo al settore delle telecomunicazioni o comunicazioni elettroniche e il secondo a quello dei media. [...]
[...] Da questo grande processo di ricomposizione dell’intero settore dell’intrattenimento, una prima conseguenza rilevante è come in un contesto di crescente internazionalizzazione dell’industria audiovisiva è emersa negli ultimi anni una forte tendenza a investire nella produzione locale da parte dei grandi operatori globali, per consentire ai propri contenuti di crescere e affermarsi in tutti i mercati. [...]
[...] Sta accadendo esattamente il contrario: l’aumento della domanda di questi contenuti sta spingendo i grandi CAP a investire sempre di più in questi contenuti (serie, film, sport, ecc.) e a dare all’industria dei contenuti sempre più risorse, portando all’esplosione dei servizi di streaming video, con grandi vantaggi per tutti, produttori, creatori di contenuti, distributori e consumatori. [...]
[...] Ne discende che la proposta di equo contributo può produrre effetti negativi sul mercato dei contenuti, dal momento che maggiori costi di interconnessione significherebbero infatti prezzi più alti per la fornitura di contenuti all’utente finale, ovvero meno risorse economiche da investire in contenuti, che a loro volta determinerebbero meno contenuti disponibili e/o contenuti di qualità inferiore. [...]
Augusto Preta, key4biz, 25.09.2023
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