Il nuovo Rapporto annuale ITMedia Consulting
Turning Digital - The Game Changer
A seguito della crisi legata alla pandemia, il fatturato totale del mercato televisivo in Europa occidentale nel 2020 è tornato ai livelli del 2018, registrando un decremento del -1,5%. A tenere in piedi il mercato è stata la pay-tv, con un +4,6%, un risultato per certi versi sorprendente, favorito dalla componente Vod che cresce di oltre il 30%, mentre la pay-TV tradizionale si mantiene appena sotto la media (-0,3%). Questo ha permesso di contenere le perdite, a fronte di una caduta consistente (-12,5%) della pubblicità.
I servizi video finanziati dalla pubblicità (AVOD) hanno iniziato dunque a trovare il loro pubblico in Europa, offrendo accesso "gratuito" ai contenuti in cambio della disponibilità degli utenti a guardare gli annunci pubblicitari.
ITMedia Consulting stima quindi i ricavi totali del settore AVOD in Europa Occidentale nel 2020 rappresentano circa il 16% della pubblicità televisiva nel 2020, in forte e dinamica crescita, anche grazie all’utilizzo di strategie ibride che mescolano le offerte AVOD e SVOD al fine di massimizzare la loro efficacia.
Negli ultimi tempi, inoltre, una tempesta di fusioni e acquisizioni hanno contrassegnato il settore. Da AT&T a Deutsche Telekom, BT e Telefonica, molte società di telecomunicazioni hanno investito molto nei contenuti negli ultimi anni cercando di differenziarsi ampliando le loro offerte a contenuti video sempre più pregiati. Tuttavia la recente decisione di AT&T di scindere WarnerMedia, che si unirà a Discovery per creare un super colosso media, è un chiaro segno che le telecomunicazioni sono ancora alle prese con grossi problemi con i contenuti.
In Italia, la convergenza ha raggiunto il suo slancio negli ultimi mesi, quando si sono sviluppate diverse partnership strategiche tra “Content e Telco”, volte a fidelizzare i clienti esistenti e a cercare di attrarne di nuovi. Da un lato la partnership tra l’operatore wholesale-only Ftth Open Fiber (a cui si è aggiunta poi Fastweb) e Sky, e dall’altro Tim-Dazn, con forti investimenti nei diritti sportivi, in particolare nel campionato di calcio di Serie A. In definitiva tutto questo è un’ulteriore riprova che il processo di convergenza tra media e telco non è lineare e rimane più complesso che mai.
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