Il mercato della televisione italiana è in ripresa dopo due anni di congiuntura economica sfavorevole: il fattore crisi aveva infatti condizionato, in misura variabile, tutte le risorse, ma era stata la pubblicità a risentirne maggiormente.
Il nuovo Rapporto ITMedia Consulting, "Il mercato televisivo il Italia: 2010-2012. Segnali di ripresa e cresce la competizione tra Mediaset e Sky", prevede infatti, per la pubblicità, una crescita, a partire dal 2010 e per tutto il periodo considerato, del 2,8%, un valore inferiore alla crescita media del mercato (3,4%), ma che finalmente è di segno positivo.
Evoluzione dei ricavi televisivi (mln €)
Fonte: © 2010 ITMedia Consulting
La pubblicità dunque, continua ad essere la risorsa primaria della televisione. I ricavi pubblicitari diminuiscono nella televisione analogica e si trasferiscono nei canali multichannel a causa della progressiva migrazione degli ascolti dalla piattaforma tradizionale analogica al digitale, la cui offerta si arricchisce di nuovi canali e di nuovi contenuti. D’altra parte, anche se in crescita, l’impatto della pubblicità nella sola programmazione digitale è piuttosto limitato.
Al contrario della pubblicità, la pay TV, che ha risentito meno degli effetti della crisi, continua a crescere più della media (5,6% annuo e il doppio della pubblicità), grazie anche all’aumento dell’offerta a pagamento su terminale TV e continua a dimostrare una grossa dinamicità.
Il risultato dell’andamento delle due risorse principali è che, nel 2010, continua la tendenza delle famiglie, iniziata nel recente passato, a spendere per i servizi televisivi in misura maggiore rispetto alle imprese. Queste ultime, nonostante la ripresa degli investimenti in pubblicità nel settore televisivo, non riusciranno a superare la spesa delle famiglie neppure nei prossimi anni. La componente maggiore della spesa delle famiglie, grazie anche alla crescente offerta di prodotti pay a basso costo e ai nuovi modelli ibridi di pagamento al consumo (VoD), è costituita dalla pay-tv. Il canone, al 2012, rappresenterà invece 1/3 della spesa delle famiglie.