Secondo un'indagine dello Studio Frasi, basato sui dati Auditel [...] Mediaset è scesa (nel giorno medio) dal 43,91% del 2003 al 40,47% del 2006. Del tutto opposto il diagramma di Sty, la pay tv satellitare monopolista in Italia: 2,43% nel 2003, 4,14% nel 2004, 5,63% nel 2005, 6,66% nel 2006.
Alle stesse conclusioni arriva anche il più recente rapporto di ITMedia Consulting, secondo il quale fra il 2003 e il 2006 a una perdita di share della Rai pari all'1,3%, Mediaset ha risposto cedendo il 3,6%, mentre Sky è cresciuta del 4,4%. L'effetto sulle risorse disponibili è evidente. «La principale resta la pubblicità, valutata oltre 4 miliardi di euro nel 2006 - scrivono gli analisti di ITMedia -. Ma i ricavi da pay tv, che erano pari a 2,150 miliardi l'anno scorso, sono destinati a raggiungere i 2,850 miliardi già nel 2008».
Per l'anno prossimo, in altri termini, Mediaset e Sky saranno vicine alla pareggio: il volume di ricavi del Biscione, oggi pari al 35% dell'intero mercato televisivo, si attesteranno al 33%, mentre la tv satellitare controllata da Rupert Murdoch passerà dall'attuale 27% al 30%. [...]
Ma a modificare ulteriormente gli equilibri fra gli operatori ci penseranno proprio le nuove forme televisive basate su protocollo internet. «Per ora il loro effetto appare limitato - ammette Augusto Preta, fondatore e leader di ITMedia - Solo Fastweb ha una certa consistenza, mentre il servizio Alice di Telecom Italia è appena partito. Non c'è dubbio, però, che se ragioniamo da qui al 2012, quando l'interno mercato sarà digitale, i nuovi media avranno un impatto consistente sull'industria del settore». Lo stesso concetto di broadcasting televisivo rischia di apparire anacronistico nell'era della comunicazione «partecipata» e interattiva, dei programmi on demand, dei Blog e degli scambi di file digitali fra singole persone. «Pur rimanendo rilevante nell'utilizzo del tempo libero degli italiani - concede Preta - appare chiaro che la tv stia via via perdendo quella centralità che ha segnato 50 anni di storia del Paese».
Corriere Economia, 12 febbraio 2007