Ma quale “equo contributo”? Farà male all’industria dei media e dei contenuti

Augusto Preta su Agenda Digitale

La proposta di equo contributo promossa dalle Telco per ottenere dalle grandi piattaforme un contributo per la realizzazione delle reti di nuova generazione può produrre effetti negativi sul mercato dei contenuti, che si rifletterebbero sull’offerta ai consumatori. Vediamo perché

Il tema dell’equo contributo è uno dei temi più caldi e divisivi che hanno caratterizzato il dibattito negli ultimi mesi.
Si tratta, come noto, dell’iniziativa promossa dalle grandi Telco europee, affinché le piattaforme di grandi dimensioni, che sono i maggiori consumatori e beneficiari del traffico internet, contribuiscano anche loro agli investimenti necessari alla realizzazione delle reti di nuova generazione, uno dei grandi obiettivi digitali per il 2030 della Commissione europea.[...]

[...] La pandemia ha rappresentato un momento chiave nella storia dei contenuti Internet, accelerando le tendenze preesistenti del settore e modificando i comportamenti legati all’intrattenimento. C’è una crescente competizione per il pubblico tra un campo affollato di fornitori di video in streaming, ma anche con altre forme di intrattenimento. I social media attraggono e fidelizzano miliardi di clienti fornendo servizi video personalizzati, per lo più generati dagli utenti, con costi di produzione bassi o nulli. E il videogame, con il suo enorme fascino interattivo, è un contenuto molto attraente nella battaglia per l’attenzione e il tempo degli utenti. [...]

[...] Tuttavia, in una prospettiva più a lungo termine, gli investimenti dei global streamer non hanno sostituito quelli dei broadcaster. Al contrario, i broadcaster hanno aumentato i loro investimenti, almeno fino alla pandemia, più velocemente di quanto non facessero prima dell’ingresso degli streamer globali sul mercato europeo. Di conseguenza, mentre gli investimenti globali sono cresciuti, la quota degli streamer è aumentata rapidamente fino a raggiungere il 16% e si prevede che questa tendenza aumenti nei prossimi anni. [...]

[...] Ne discende che la proposta di equo contributo può produrre effetti negativi sul mercato dei contenuti, dal momento che maggiori costi di interconnessione significherebbero infatti prezzi più alti per la fornitura di contenuti all’utente finale o meno risorse economiche da investire in contenuti, che a loro volta determinerebbero meno contenuti disponibili o contenuti di qualità inferiore. [...]

                                                            Augusto Preta, Agenda Digitale, 18.07.2023

 

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