Mediaset-Vivendi: un accordo in ritardo di cinque anni
Dopo cinque anni di aspre battaglie, si chiude forse definitivamente la vicenda Mediaset-Vivendi. Nel frattempo, però, il mondo della televisione è completamente cambiato, rendendo difficilmente realizzabile il progetto iniziale.
[...] Ad aprile del 2016 Mediaset e Vivendi siglarono un accordo che sembrava destinato ad avere un impatto rilevante sul futuro della televisione, non solo in Italia. L’intesa, che arrivava sei mesi dopo l’ingresso di Netflix in Italia, un elemento chiave per comprendere le ragioni dell’operazione, prevedeva uno scambio azionario e l’ingresso del colosso francese, già principale azionista di Telecom Italia, nel capitale della tv italiana, oltre all’acquisizione di Mediaset Premium. [...]
[...] Da un lato, Mediaset si liberava del gravoso fardello di Premium [...] abbandonando un’attività estranea al proprio core business – la tv a pagamento – per concentrarsi sui territori più noti e battuti della tv in chiaro. [...] Dall’altro, Vivendi, proprietario di Canal+, l’unica pay tv in Europa in grado di competere con il colosso Sky, poteva accelerare quel processo di convergenza tra contenuti e reti, che poggiava sulla forza propulsiva del video streaming come motore del cambiamento necessario. [...]
[...] All’inizio del 2016 la tv lineare, in chiaro e a pagamento, rappresentava in Italia il 98,5 per cento delle modalità di accesso alla tv da parte dei telespettatori, e il 99,3 per cento del totale ricavi (pubblicità, abbonamenti e canone). A distanza di cinque anni, oltre il 30 per cento dei telespettatori ha accesso ai servizi di video streaming, che rappresentano un’analoga quota dei ricavi totali, e la tendenza, alla luce della forte crescita degli ultimi anni, appare destinata ad aumentare considerevolmente in futuro. [...]
Augusto Preta, LaVoce.info, 18.05.2021
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