Apple, Disney, Sky & c. alla guerra con Netflix
Con l’accordo tra Disney e 21th Century Fox e l’annuncio dell’Apple TV+, il processo di riconfigurazione dei media è ormai completato. Ma le società nate dalle concentrazioni dovranno adattarsi all’evoluzione in atto se non vogliono scomparire presto.
[…] I servizi di video streaming come Netflix conquistano una parte sempre più consistente del tempo dedicato dagli individui e dalle famiglie al consumo di intrattenimento, sostituendo la televisione tradizionale e la pay tv quale prima modalità di accesso a film e serie. Al contempo, la consistente perdita di quote di ascolto da parte della cosiddetta tv lineare tradizionale e la riduzione dei ricavi a vantaggio delle nuove piattaforme di video streaming hanno di fatto trasformato il settore televisivo e dei contenuti audiovisivi, prima negli Stati Uniti e oggi in Europa e in molte altre parti del mondo. Nei giorni scorsi, con la conclusione dell’accordo da 71,3 miliardi di dollari tra Disney e 21th Century Fox, e l’annuncio di Tim Cook sul lancio dell’Apple TV+ nel prossimo ottobre, il grande processo di riconfigurazione dei media a livello globale può dirsi ormai completato. […]
[…] Ciò che accomuna invece tutti è il progressivo passaggio dal modello classico business-to-business (B2B), con il produttore di contenuti (major) che cede i propri diritti, spesso in esclusiva, al distributore, secondo un meccanismo di sfruttamento temporale scandito dalle cosiddette finestre, e in cui l’operatore pay tv offre i propri contenuti agli abbonati in pacchetto (bundle) a un prezzo molto elevato, a un modello business-to-consumer (B2C) – anch’essa una novità assoluta imposta da Netflix – in cui viene eliminata qualunque intermediazione e il produttore offre direttamente i contenuti all’utente finale a un prezzo molto più basso. […]
Augusto Preta, Lavoce.info, 05.04.2019
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