Non si sa nemmeno quante siano esattamente, gli elenchi di Ministero e Agcom non collimano. Per due volte lo Stato ha dato loro concessioni per recuperarle con indennizzi. E devono lasciare altro spazio alla telefonia mobile
Le tv locali sono lo specchio di un certo modo di governare l’Italia. Sono un caos, un ginepraio inestricabile in cui non c’è alcuna certezza. Quante sono? Forse 480. O almeno questo è l’ultimo numero noto nel 2012. In calo dalle quasi 600 del 2005, ma attenzione ai numeri: nel 2012 si era quasi al termine della transizione al digitale, che moltiplicando i canali per ogni frequenza, ha fatto portato il numero dei canali locali sopra la bella cifra di 3 mila.
Ce n’è abbastanza perché si cominci a cercare di fare ordine [...]
E’ per questo che il Corecom Lazio ha commissionato a It Media uno studio per scattare una fotografia più netta del settore a partire dalla quale iniziare a pensare una risistemazione. Perché oggi il rischio è che in questo caos a chiudere siano le tv maggiori, quelle più strutturate, che producono più contenuti locali veri. [...]
«I ricavi sono il fattore critico - spiega Augusto Preta, direttore di It Media - La pubblicità che a livello nazionale tra il 2008 e il 2012 è scesa dll’11,7% nelle locali è crollata del 37,5%, e nel Lazio ancora peggio, quasi il 50%. Nello stesso tempo i costi sono saliti del 13% a livello nazionale e del 75% nel Lazio, dove ci sono 49 editori, e ben 164 canali. Gli ascolti, sui canali rilevati dall’Auditel, scendono: sono passati, sul totale nazionale, dallo 0,16% del 2007 allo 0,03% del 2012. A livello locale e soprattutto sulle news, finora il vero punto di forza di queste tv, si sente fortissima la concorrenza di Internet. Ma da parte degli editori non abbiamo registrato strategie importanti per sviluppare la loro presenza sul Web»