La televisione sta attraversando una fase di profondi cambiamenti, caratterizzata fondamentalmente dai seguenti fattori: a) crescita dei consumi (ascolti); b) diminuzione consistente dei ricavi del mercato nel suo complesso, in particolare per gli operatori tradizionali (broadcasters).
Questo secondo aspetto è frutto del combinato della crisi economica, che incide, indipendentemente dai consumi, sulle risorse del sistema (in particolare sulla pubblicità) e dalla crescente competizione derivante dalla presenza di una molteplicità di operatori sia sull’offerta digitale lineare (terrestre) che nei cosiddetti servizi non lineari (a cominciare da quelli over-the-top via broadband).
Naturalmente questo accade in una fase di contrazione del mercato, dove emergono anche tendenze a una minore differenziazione dei prodotti, al fine di ridurre le perdite (vedi offerte pay TV). Ciò sarebbe probabilmente improponibile in una situazione espansiva, dove la differenziazione assume un valore fondamentale per incrementare invece i profitti, come è avvenuto per il settore della pay tv dal 2006 fino al 2010