Cresce il valore dei contenuti nell’era digitale.

ITMedia Consulting stima che nel 2007 oltre 2 milioni di persone in Europa Occidentale abbiano utilizzato servizi legali di download a pagamento di contenuti professionali; più del doppio ha scaricato contenuti gratuiti - per lo più programmi TV, finanziati dalla pubblicità. Queste operazioni hanno generato ricavi per €116 milioni, per lo più attribuibili a servizi a pagamento. In particolare i servizi di download to rent, DTR, che garantiscono all’utente un accesso temporaneo a un contenuto digitale, hanno generato la maggior parte dei ricavi, €92 milioni, mentre i servizi di download to own, DTO, che permettono all’utente di scaricare e archiviare per sempre un contenuto digitale, hanno raccolto €10 milioni.

Attualmente quindi i servizi DTR rappresentano l’80% dei ricavi di questo mercato. ITMedia Consulting prevede che il peso di questi servizi diminuirà, mentre i contenuti gratuiti rappresenteranno una quota crescente del mercato dei contenuti online. In pochi anni passeranno dall’attuale 12% a oltre il 30% generando, alla fine del 2011, il 38% dei ricavi di questo mercato. La quota dei servizi DTO invece rimarrà più o meno stabile, anche se aumenterà di valore. Infatti, i contenuti scaricabili gratuitamente, di cui i programmi televisivi costituiscono la grande maggioranza, conosceranno i tassi di crescita più elevati, generando ricavi per €500 milioni nel 2011. Anche i servizi DTO e DTR cresceranno a ritmi elevati, ma i servizi DTO diventeranno più popolari, man mano che si renderà disponibile una quantità sempre maggiore di contenuti, e come effetto della contrazione delle finestre di distribuzione. ITMedia Consulting prevede che i ricavi di servizi DTO raggiungeranno i €100 milioni alla fine del 2011, partendo da €10 milioni nel 2007.

D’altro canto, i servizi DTR perderanno peso, in proporzione, passando dall’80% del mercato nel 2007 al 54% nel 2011, ma saranno sempre responsabili della maggior parte dei ricavi, oltre €700 milioni nel 2011.

Se si confronta questo mercato con un altro mercato dei contenuti on demand, l’IPTV si nota come la componente on demand dell’intero settore IPTV abbia generato ricavi per €250 milioni, nel 2007, ma si avvicinerà a €1.5 miliardi alla fine del 2011, crescendo ad un tasso medio annuo del 120%.

Nonostante questi risultati, il business del video on demand è cresciuto al di sotto delle aspettative: i servizi di TV lineare rappresenteranno la maggior parte dei ricavi anche nei prossimi anni. Ciò significa che l’IPTV dipende ancora dalle offerte televisive provenienti da altre piattaforme.

D’altra parte, il video on demand poggia sulla personalizzazione delle offerte, caratteristica del mondo internet, ed anche la meno simile ad un’offerta televisiva.

Non sorprende quindi che il mercato dei contenuti video online, in Europa, sia destinato a crescere ad un ritmo tale da avvicinarsi sempre più al mercato IPTV. Infatti, se nel 2007 valeva meno della metà del mercato IPTV, ora crescerà a un tasso medio annuo del 200%, rispetto al 100% dell’IPTV. Grazie a questa ragguardevole performance, già nel 2011, varrà il 90% del mercato IPTV.

Dunque i contenuti video scaricabili online hanno promettenti opportunità di crescita, trovando la loro giusta collocazione nell’ambiente aperto del web, uno dei preferiti dal pubblico, invece del modello chiuso dell’IPTV.

Quindi, al frammentarsi degli ascolti televisivi, gli operatori televisivi tradizionali e i produttori di contenuti tentano di raggiungere il loro pubblico là dove si trova realmente, su internet.

I fornitori di contenuti non dovrebbero ignorare internet come piattaforma distributiva, né temerla. In un contesto di crescente concorrenza, essi devono ottimizzare le risorse e creare sinergie trasversali a tutte le piattaforme: devono essere presenti su tutte, con marchi ampiamente conosciuti dal pubblico e in grado di essere mostrati contemporaneamente su varie finestre.

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